Ponte di Legno (BS) 5 giugno 2020 – Per scelta o per necessità, l’estate 2020 consacrerà un trend che gli analisti di turismo avevano ormai individuato da tempo e l’emergenza coronavirus non ha fatto che consolidare: il momento della vacanza è sempre più concepito come uno strumento per fuggire da ambienti urbanizzati congestionati e stressanti. Gli orari di lavoro infatti sono sempre più estesi. Paradossalmente, in molti casi lo smart working cui sono costretti molti italiani sta abbattendo le barriere rigide tra ambito pubblico e ambito privato e aumenta, oltre alla produttività, anche gli spazi dedicati al lavoro a tutto detrimento del riposo e dello svago. Impensabile che tutto ciò non abbia conseguenze sulle scelte vacanziere: non a caso aumenta il numero di turisti che chiedono esperienze in grado di rendere tangibile la realtà più vera del territorio che li accoglie. E che garantisca un salutare distacco (mentale, prima ancora che fisico) dalla quotidianità.
La montagna in questo senso ha parecchie frecce da scoccare. E, fra le località montane, il comprensorio Pontedilegno-Tonale in tempi non sospetti ha gettato le basi per fare delle vacanze uno strumento per riscoprire territori, passioni e benessere interiore.
L’estate 2020, inevitabilmente caratterizzata dalla gestione della fase post-emergenza Covid-19, acuirà questa tendenza. Dimostrando come la montagna, grazie alle sue peculiarità, sia in grado di restituire serenità, curiosità, divertimento.
IL TURISTA HA FAME DI MONTAGNA. VERA
Che siano fattorie didattiche, malghe di produttori locali, guide alpine, scuole di bike, musei locali o mostre a cielo aperto, un territorio che sappia offrire esperienze per una vacanza in grado di far dimenticare le ansie da Covid-19 ha molte opportunità per attirare l’attenzione dei turisti. Lo conferma un recente sondaggio condotto dal Consorzio Pontedilegno-Tonale in vista della prossima stagione estiva. Dalla rilevazione emerge che il 50% degli intervistati sono propensi a organizzare vacanze più lunghe di una settimana. Ad essi si aggiunge un altro 20% che fissa il proprio obiettivo sui 6-7 giorni. Dove andare? La montagna sembra attirare ampi consensi. Determinante nella scelta della prenotazione sarà la facilità di poterla disdire gratuitamente fino all’ultimo momento per cause di forza maggiore: il 53% degli intervistati in questo caso sarebbe più propenso a bloccare una stanza in una qualche struttura ricettiva.
Pochi dubbi su cosa fare in vacanza, invece: per tre italiani su 4 l’ideale è fare lunghe camminate respirando aria fresca. Al secondo posto si collocano le esperienze adrenaliniche e poi la bike.
MAESTRA MONTAGNA
Il lockdown prolungato ha rappresentato anche un blocco educativo per i più piccoli. La scelta della vacanza assume quindi contorni pedagogici importanti. La montagna è l’ambiente ideale per consentire ai bambini di recuperare la libertà perduta, divertendosi in sicurezza. “Tutti ci siamo fatti volontariamente prigionieri, e abbiamo finito con l’amare la nostra prigione e trasmetterla ai nostri figlioli. Nel nostro tempo e nell’ambiente civile della nostra società, i bambini vivono molto lontani dalla natura e hanno poche occasioni di entrare in intimo contatto con essa o di averne diretta esperienza”. Lo scriveva Maria Montessori 111 anni fa.
Gli investimenti fatti dai territori per enfatizzare le peculiarità educative e formative della montagna si rivelano quindi quanto mai lungimiranti. Il comprensorio Pontedilegno-Tonale, ad esempio, offre numerose opportunità di sana relazione tra bambini e natura. Piante, prati, boschi, alberi, animali selvatici, percorsi dedicati, fattorie didattiche, parchi tematici diventano così spunti pedagogici importanti in grado di far rifiorire l’anima e l’istinto dei nostri figli, assetati più che mai di relazionarsi con il mondo esterno.
L’ALTA QUOTA FA BUON SANGUE
È passato più di mezzo secolo dall’intuizione di Helenio Herrera, mitico allenatore dell’Inter: effettuare la preparazione estiva precampionato in montagna. Ormai la stessa scelta viene sposata da molti professionisti dello sport. Nuotatori, podisti, ciclisti. Perché l’allenamento in alta quota ha così tanti estimatori? Perché nasconde numerosi benefici. Indispensabili per chi fa dello sport la propria professione ma ovviamente apprezzabili anche da atleti dilettanti e gente comune. Soprattutto se si viene da un lungo periodo di sedentarietà e vita di semireclusione nei centri urbani. Allenarsi, in modo più o meno intenso, in alta montagna stimola infatti la produzione di globuli rossi e l’ossigenazione del sangue. A risentirne positivamente sono sia le prestazioni atletiche sia la condizione muscolare.
PASSEGGIANDO LUNGO LA STORIA
Sono molte e particolarmente ben conservate le testimonianze della Prima Guerra Mondiale che si possono raggiungere a piedi e, in molti casi, anche in sella a bici o mountain bike. Mete ideali per trasformare la tradizionale escursione montana in una lezione itinerante di Storia. Più precisamente, delle vicende che hanno visto contrapposte le truppe italiane e austriache durante la Prima Guerra Mondiale, in quella che è ormai nota come Guerra Bianca, caratterizzata dal clima estremo e dalle difficoltà di un territorio impervio. Lo scenario è mozzafiato: l’area dell’Adamello-Brenta, tra Lombardia e Trentino. Qui sorge una vera e propria rete di fortificazioni, gallerie e imponenti trincee. Molte sono visitabili e talvolta ospitano musei ed eventi di grande interesse storico. Sono inoltre collegate da chilometri di sentieri ormai abbandonati dai militari, ma ripopolati da appassionati di montagna e di storia.
TELI E SPARANEVE PER SALVARE IL GHIACCIAIO
Non ci sono sulla faccia della Terra territori più capaci delle aree montane di mostrare con uguale forza e drammaticità le conseguenze dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. Le immagini di ghiacciai e nevi perenni che si sciolgono parlano più di mille dati: “Il cambiamento climatico risulta più rapido nelle zone montuose rispetto a quelle pianeggianti” spiega il rapporto Nevediversa 2019 di Legambiente. “Ogni grado centigrado in più registrato nelle terre emerse infatti corrisponde a 2°C di aumento sulle Alpi”. Risultato: negli ultimi decenni, solo sull’arco alpino, sono scomparsi circa 200 ghiacciai. Correre ai ripari è indispensabile, anche per preservare l’enorme indotto economico (turistico ma non solo) che ruota attorno ai delicati ecosistemi montani.
Sulla cima del Presena, a cavallo tra Lombardia e Trentino, c’è qualcosa che fa ben sperare. Un piccolo segno di una possibile inversione di tendenza. Il merito è del sapiente uso della tecnologia: d’inverno l’innevamento programmato attraverso sparaneve di ultima generazione aumenta la superficie nevosa e protegge il ghiaccio sottostante. D’estate, al termine della stagione sciistica (che sul Presena arriva fino a maggio), un’immensa rete di teloni geotessili viene stesa sul ghiacciaio per proteggerlo dai violenti raggi solari.
TUTTI PAZZI PER L’E-BIKE
Quello delle bici è un comparto economico che non mostra segni di sofferenza e anzi sta conquistando nuove fette di consumatori. Ma al suo interno, il sottogruppo più dinamico è senz’altro quello delle e-bike. L’ultima rilevazione di Confindustria ACMA (che riunisce i principali produttori), relativa al 2019 e presentata ad aprile scorso, indica una crescita delle bici elettriche del 13%, arrivando a sfiorare le 200mila unità vendute (a fronte delle 173mila dell’anno precedente). Un aumento che fa seguito a quelli, sempre a doppia cifra, degli anni precedenti: +17% nel 2018, +18% nel 2017, +13% del 2016 e +20% del 2015.
In questo senso, peraltro, l’attuale emergenza Coronavirus può rappresentare un paradossale aiuto: le e-bike permettono di mantenere le distanze di sicurezza. Inoltre, al pari delle bici tradizionali attivano il metabolismo di chi le usa e ne aumentano le difese immunitarie. Tutti fattori preziosissimi per aiutare ad arginare il virus.
In montagna poi hanno ulteriori indubbi vantaggi: riducono l’impatto dei veicoli privati a motore, permettono ai turisti di spaziare su aree più ampie e uniscono il piacere del relax a quello dell’attività fisica. Non è un caso che, nel segmento delle bici elettriche, quello delle mountain bike elettriche rappresenti il re del mercato. Ecco perché il settore e-bike non può certo essere sottovalutato da un comprensorio turistico che voglia attirare fette più ampie di cicloturisti.
Tuttavia, per centrare l’obiettivo occorre pianificare non solo le attività di promozione turistica ma anche dotare il territorio di infrastrutture al servizio dell’e-bike. Il comprensorio Pontedilegno-Tonale ha ad esempio adottato la prima certificazione per gli hotel “amici dei ciclisti”. Per averla è obbligatorio rispettare un lungo elenco di requisiti. Obiettivo: garantire servizi ad hoc per i biker. “Attirare la clientela turistica che guarda con favore all’uso dell’e-bike in vacanza e fidelizzarla a un territorio non è una sfida che si vince dall’oggi al domani” spiega Michele Bertolini, Consigliere delegato del Consorzio Pontedilegno-Tonale. “Serve un’adeguata pianificazione, investimenti mirati e la costruzione di servizi ad hoc per questo tipo di turismo. Muovendosi con intelligenza però i ritorni in termini economici e d’immagine sono innegabili”.
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