Lo ha dichiarato Lucrezia Caon, responsabile FAO per Suolo e Acqua durante la 1a edizione degli Stati generali per la salute del Suolo organizzato da Re Soil Foundation a Ecomondo. “La degradazione dei terreni mondiali danneggia il benessere di 3,2 miliardi di persone”
“Lo stato di salute dei suoli mondiali è allarmante. Il 33% già oggi presenta segni di degrado. E, se non si interverrà per tutelarli, intervenendo sulle attuali pratiche di gestione, quella percentuale raggiungerà il 90% entro il 2050”. Lo ha dichiarato Lucrezia Caon, responsabile FAO per Suolo e Acqua, intervenuta nella sessione internazionale della 1a edizione degli Stati Generali per la Salute del Suolo organizzato a Ecomondo da Re Soil Foundation e dal Gruppo di Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con CREA e ISPRA.
Alla base del problema c’è una lunga sottovalutazione di quanto sia cruciale la salute del suolo per la biodiversità, la sicurezza alimentare mondiale e per la regolazione del clima. Ma, più in generale, dalla qualità dei terreni dipende la possibilità di centrare quasi tutti gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile.
“La degradazione del suolo colpisce direttamente il benessere di 3.2 miliardi di persone nel mondo” spiega Caon. “Dobbiamo ricordare che nel 2021 quasi 830 milioni di persone nel mondo hanno sofferto la fame e 2,3 miliardi sono in stato di insicurezza alimentare. Le proiezioni del futuro ci dicono che l’8% della popolazione mondiale soffrirà la fame nel 2030”.