Le tre parole della Val di Sole per la stagione invernale della ripartenza
Per l’inverno 2021-2022 i tre comprensori sciistici della Val di Sole attendono gli ospiti con novità improntate alla riduzione degli impatti ambientali e all’aumento dell’accessibilità: un decalogo per lo sciatore green, menu sostenibili certificati nei rifugi del Passo Tonale, la fase 2 del progetto Pejo Plastic Free e l’avvio del percorso per diventare una località “Barrier Free” al servizio dei turisti disabili
Malè (TN) 21 ottobre 2021 – La gioia e la passione per il ritorno degli amanti dello sci accomuna tutto l’arco alpino. Ma in Val di Sole hanno trovato il modo di trasformare questa legittima soddisfazione, dopo mesi tra i più difficili degli ultimi decenni, in un’occasione per avviare iniziative e progetti di sostenibilità ecologica e di inclusività sociale dei comprensori sciistici. Punte di diamante per essere sempre in linea con le aspettative e le crescenti sensibilità socioambientali dei propri ospiti.
Va in questa direzione, ad esempio, la scelta dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole di stilare un “decalogo per la settimana bianca a basso impatto”. L’elenco di azioni coinvolge diversi ambiti: dalla scelta dei trasporti per raggiungere le località di vacanze, al tipo di attrezzatura sportiva, fino ad abbigliamento, stile di alimentazione e gestione dei rifiuti.
«La criosfera montana – permafrost, ghiacciai e neve – è sempre più vulnerabile all’aumento delle temperature e al cambiamento delle precipitazioni. Le nostre valli vivono di turismo e di sport invernali. Ma dobbiamo comunque trovare la strada per ridurre l’impronta ecologica del turismo invernale. E per fare questo, è indispensabile il ruolo attivo degli sciatori» spiega Fabio Sacco, direttore dell’ApT della Val di Sole. «Abbiamo già verificato in passato che le campagne informative hanno un grande effetto per orientare le scelte del pubblico e per diffondere messaggi in favore di pratiche ambientali virtuose. Con questa iniziativa vogliamo portare all’attenzione di chi è affezionato alla Val di Sole un principio: ognuno di noi può fare la propria parte. E, solo attraverso uno sforzo comune, potremo garantire il futuro della montagna e la prosperità di chi ci vive».
L’iniziativa, peraltro, si inserisce nel solco di una serie di progetti e scelte strategiche che la valle trentina ha sviluppato già da tempo. Da decenni i comuni del territorio sono serviti dal Dolomiti Express, una linea ferroviaria più volte indicata a livello nazionale come un esempio da imitare e che, alla stazione Daolasa, connette direttamente con i 150 chilometri di piste della Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta, serviti tra l’altro da sistemi di innevamento artificiali che sfruttano unicamente acque di recupero e zero prodotti chimici.
Pejo Plastic Free: è iniziata la fase 2
Inoltre, l’avvio, un paio d’anni fa, del piano per rendere l’altro comprensorio dell’area – quello di Pejo3000 – la prima skiarea plastic free al mondo ha fatto rapidamente il giro delle testate internazionali: per ora sono state eliminate le plastiche monouso da tutti i rifugi del comprensorio. Quest’anno si prosegue con l’installazione di un eco-compattatore che permetterà ai turisti di lasciare le proprie bottiglie di plastica prima di salire sugli impianti, destinandole così al corretto conferimento. E l’80% degli hotel della Val di Pejo ha aderito alla Fase 2 del progetto, sottoscrivendo un preciso elenco di impegni per ottenere il marchio “Plastic Free Zone”.
Al Tonale i primi menu sostenibili certificati al mondo
Le novità non finiscono qui: in un altro dei comprensori della valle – quello del Passo Tonale – due rifugi saranno i primi al mondo a proporre menù certificati sostenibili, dopo aver ricevuto l’attestazione ISO/TS 17033, standard internazionale per avere dichiarazioni sulla sostenibilità accurate, verificabili e non fuorvianti. «I rifugi – spiega Sacco – utilizzeranno, nel maggior numero di casi possibili e con percentuali minime ben definite, materie prime locali e con indicazione geografica (Dop e Igp). Inoltre, privilegeranno i piccoli produttori collocati nel territorio che scelgono metodi di coltivazione naturale, biologica o biodinamica».
Sciare in montagna, un diritto per tutti
L’attenzione alla sostenibilità ambientale si sposa però anche con la sensibilità sociale. Obiettivo: rendere la montagna e le piste da sci un territorio accessibile anche per le persone disabili. Ecco perché la Val di Sole ha deciso l’acquisto di nuove attrezzature dedicate ai disabili. Le scuole di sci della Valle, quindi, potranno da quest’anno ampliare l’offerta esistente di corsi e servizi dedicati ai ragazzi con diverse disabilità.
IL DECALOGO DELLO SCIATORE SOSTENIBILE
1. MOBILITA’: Raggiungi la località sciistica in treno. E quando sei lì usa la rete di skibus e mezzi di mobilità collettiva.
2. SOGGIORNO: Premia le località che hanno puntato con forza sulla riduzione dell’impronta ecologica del turismo.
3. SCI E SCARPONI: Meglio noleggiarli. I vantaggi sono pari a quelli del car sharing per le auto. Uno sci a noleggio viene infatti utilizzato tutti i giorni della stagione invernale e non solo durante la settimana bianca.
4. ABBIGLIAMENTO: Prediligi marche ecofriendly che usano tessuti riciclati.
5. RIFIUTI: Riducili al minimo. Prediligi prodotti con poco o nessun packaging. E, se pranzi al sacco, riportali a valle.
6. RISTORAZIONE: Se mangi in un rifugio, orientati sui prodotti locali: hanno un minore impatto ambientale e, per di più, aiutano l’economia del territorio montano.
7. MATERIALI: Non usare plastiche monouso. Meglio la borraccia termica.
8. ITINERARI: Evita i fuoripista, soprattutto in luoghi dove possono danneggiare vegetazione e disturbare gli animali.
9. COMUNICAZIONE: Fatti portavoce in prima persona delle buone pratiche che adotti nella tua cerchia di amici. I social, in questo caso, possono essere un potente alleato di cambiamento positivo.
10. CONSAPEVOLEZZA: Compensa le emissioni prodotte con il tuo viaggio e il tuo soggiorno. Esistono ormai molte organizzazioni che calcolano la CO2 prodotta e permettono di compensarla finanziando attività di rimboschimento o altre azioni di riduzione dei gas serra.
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