A Roma e Milano 3/4 dei cittadini vogliono lo stop alle vendite di auto diesel o benzina
Il risultato emerge da un maxisondaggio YouGov commissionato da Transport & Environment in 15 città europee: fra chi risiede nella Capitale e nel capoluogo lombardo raggiunge il 75% il sostegno alla messa al bando dei motori con combustione interna entro la fine del decennio. I tassi di consenso salgono anche fra chi ha avuto il Covid.
Roma, 12 aprile 2021 – Ai cittadini di Roma e Milano il trasporto piace pulito. Anni di smog, aria malsana, continui blocchi del traffico e misure d’emergenza hanno probabilmente lasciato il segno. Il risultato? Circa tre quarti dei residenti nelle due principali città italiane si dicono favorevoli a vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel in Europa dopo il 2030. Il dato emerge da un sondaggio realizzato in 15 città europee da YouGov, commissionato dalla federazione europea Transport & Environment (T&E). Un’indagine imponente e unica nel suo genere. Ha infatti coinvolto oltre 10.000 persone in alcuni dei maggiori centri urbani europei di otto Stati: Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito.[1]
Particolarmente significativo il tasso di favorevoli alla messa al bando tra romani e milanesi, rispettivamente il 77% e il 73%. A livello europeo, il dato si ferma al 63% ma in tutti centri urbani i favorevoli superano comunque la maggioranza assoluta degli intervistati. La percentuale dei contrari nelle due città italiane si ferma al 16% e 19%. “Il fatto che Roma e Milano mostrino il sostegno più convinto allo stop alle vendite di auto a combustibili fossili tra tutte le città europee è il segno che i loro cittadini sono stanchi di essere esposti ad alti livelli tossici di inquinamento atmosferico. Sono già oggi pronti a cambiare e non vogliono che i motori a combustione interna siano venduti più a lungo del necessario” osserva Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E.
Il 61% dei romani e il 62% dei milanesi indicano la presenza di una rete capillare di infrastrutture di ricarica come fattore cruciale per far definitivamente decollare il mercato delle auto a zero emissioni. Altro aspetto considerato importante (dal 61% degli automobilisti di Roma e dal 56% di quelli di Milano) è che il costo dei veicoli “puliti” sia analogo a quello delle auto tradizionali.
Il sondaggio YouGov ha anche indagato il fattore coronavirus nella propensione a sostenere lo stop alle auto alimentate da combustibili fossili. Diversi studi [2] hanno infatti indicato possibili legami tra l’inquinamento dell’aria, di cui il trasporto stradale è una causa primaria, e una maggiore mortalità legata al Covid. I risultati anche in questo caso sono altrettanto rilevanti: tra quanti sono stati infettati dal Covid-19 e tra i loro familiari il tasso di sostegno medio nelle 15 città europee è del 66% (a fronte del 56% fra chi invece non si è ammalato). I favorevoli ritengono infatti che la misura sarebbe un passo decisivo per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Una prima risposta concreta alla preoccupazione dei cittadini europei potrebbe arrivare a giugno prossimo: la Commissione europea, quando proporrà di inasprire i limiti di emissioni CO2 delle auto, potrebbe infatti fissare una data dopo la quale sarà vietato commercializzare auto diesel o benzina. La messa al bando dei motori tradizionali è una delle opzioni che i legislatori Ue hanno sul tavolo per centrare l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente climate-neutral entro il 2050.
“I decisori politici – prosegue Aneris – dovrebbero ascoltare i cittadini che si dicono pronti alla transizione completa verso veicoli a zero emissioni già nel 2030. Confidiamo che la Commissione la prossima estate effettivamente proponga una data finale valida in tutta l’Ue per la vendita di automobili con motori a combustione interna”.
Dieci governi europei hanno già adottato questa misura a livello nazionale, ma rimangono dubbi sulla legalità di procedere in tal senso, senza aver stabilito un phase-out a livello europeo. Diverse case automobilistiche hanno già annunciato di voler abbandonare volontariamente la produzione di auto a combustibili fossili. Tuttavia, fissare una scadenza europea è necessario per vincolare l’intero comparto automobilistico.
Note per i redattori:
[1] Tutti i dati, se non diversamente specificato, sono da attribuire a YouGov Plc. Il campione totale è composto da 10.050 adulti residenti nelle aree metropolitane di Londra, Birmingham, Madrid, Barcellona, Milano, Roma, Amburgo, Berlino, Parigi, Lione, Bruxelles, Anversa, Varsavia, Cracovia, Budapest. Il sondaggio è stato condotto online tra il 3 e il 22 marzo 2021. Le cifre sono state ponderate e sono rappresentative di tutti gli adulti (18+).
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T&E è un’organizzazione no-profit e politicamente indipendente con sede a Bruxelles, che da oltre 30 anni promuove la sostenibilità̀ del settore trasporti europeo attraverso un cambiamento delle politiche dell’UE e globali che regolano il settore trasporti. La visione di T&E è un sistema di mobilità a emissioni zero, accessibile a tutti, sicuro e con un impatto minimo sulla salute, sul clima e sull’ambiente.
Fondata nel 1990, T&E rappresenta 63 organizzazioni di 26 paesi in tutta Europa, principalmente gruppi ambientalisti che lavorano per politiche di trasporto sostenibile a livello nazionale, regionale e locale. Tutti insieme i membri e sostenitori di T&E rappresentano più di 3,5 milioni di persone. Il lavoro nazionale è ulteriormente supportato dalla rete di uffici nazionali nelle principali capitali europee: Madrid, Roma, Parigi, Berlino, Londra e Varsavia.
T&E crede nella trasparenza e ogni anno pubblica la lista dei propri finanziatori nel proprio rapporto annuale.
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